Il valore nominale di un'azione rappresenta il valore minimo che un'azione può avere. Si tratta di un valore arbitrario stabilito dalla società emittente al momento della sua costituzione o quando emette nuove azioni.
In pratica, il valore%20nominale ha un'importanza limitata, specialmente per le azioni ordinarie di società quotate in borsa. Il suo significato principale è legato ad aspetti contabili e legali.
Ecco alcuni punti chiave:
Definizione: Rappresenta il valore minimo legale con cui un'azione può essere emessa.
Determinazione: Fissato nello statuto della società. Può essere molto basso (ad esempio, 0,01€ o anche meno).
Funzione Contabile: Serve a determinare il capitale sociale della società. Quando vengono emesse azioni al di sopra del valore%20nominale, la differenza viene registrata come "sovrapprezzo azioni" (o riserva di sovrapprezzo).
Esempio: Se una società emette 1.000 azioni con valore nominale di 1€ ad un prezzo di 10€ per azione, il capitale sociale sarà aumentato di 1.000€ (1.000 azioni x 1€), mentre 9.000€ (1.000 azioni x (10€-1€)) saranno iscritti come sovrapprezzo azioni.
Influenza sul Prezzo di Mercato: Non influenza direttamente il prezzo di mercato dell'azione. Il prezzo%20di%20mercato è determinato dalla domanda e dall'offerta.
Azioni senza valore nominale: Alcune giurisdizioni permettono l'emissione di azioni senza valore nominale (no-par-value stock). In questo caso, non vi è un valore minimo prefissato.
Importanza per i Creditori: In caso di liquidazione della società, il valore%20nominale può avere una certa rilevanza per determinare l'obbligo degli azionisti di contribuire al patrimonio sociale fino a concorrenza del valore nominale delle azioni sottoscritte, qualora non sia stato integralmente versato.
In sintesi, il valore nominale è un concetto più importante per gli aspetti legali e contabili che per la valutazione di un'azione sul mercato.